lunedì 29 aprile 2013

Ragionamenti sull'odio...

Non so odiare, ma non so dimenticare e questo forse è peggio.
Nella mia vita ci sono stati episodi e persone che mi hanno fatto molto male. E purtroppo credo di non averli superati nonostante tutto l'impegno, l'aiuto di psicoterapia, l'aiuto del tempo e della mia volontà.
Ma ho spesso flash e buchi emozionali che evidenziano questo mio sentimento di contrasto verso atteggiamenti e persone.
Ci sono persone con cui non so convivere neppure per buona creanza, neppure per l'apparenza. E per questo ho pagato moltissimo in termini sociali, perchè la gente dimentica e spesso da vittima si può diventare aguzzino. Là dove io avrei dovuto essere considerata la persona "migliore" in termini umani, la mia chiusura ha ottenuto l'effetto contrario.
Non essere la persona che porge l'altra guancia o che fa finta che ciò non sia accaduto, ha fatto di me un'intransigente (quale sono, ovviamente, anche se non con la piena volontà) poco gradita.
Della serie mi spezzo ma non mi piego, ed è cosa poco gradita, in genere.

Ma nonostante questo mio carattere poco flessibile, nonostante questo - appunto - non so odiare.
L'odio chiede un impegno, un viscerale sentimento che io non possiedo.
Mio padre  disse di me che sono una cinica.... quando ovviamente i miei sentimenti non erano captabili.  Sembro una indifferente....

perchè?


Era tanto...

che non saltavo una notte!
Da qualche settimana, due o tre, non avevo più fatto una notte in bianco, ma stanotte no, è tornata la moda della notte sveglia a leggere o a girarsi nel letto o a discutere col cuscino!
Poco male... in fondo non ho nessun impegno e male che vada, nel pomeriggio, posso sempre fare un riposino. Posso tranquillamente dormire tutti i giorni e stare sveglia tutte le notti!
Potrei cercare un lavoro tipo sorvegliante notturno.... ma credo che sia un lavoro passato di moda. La videosorveglianza ha sorpassato gli umani.
La cosa strana è che sono sveglia e pimpante come se non fosse successo nulla, anzi, forse anche un pò più energica di come sono normalmente la mattina. Ho il collo un pò annodato e le spalle un pò rigide, ma non è che quando dormo poi mi alzo come un fiore di maggio!
Boh! vedremo.

mercoledì 24 aprile 2013

24...

Acci!
Solo per caso e ascoltando il telegiornale ho realizzato che domani è un giorno festivo e che... non ne sapevo niente!
Cioè, mi spiego meglio, non avevo idea di che giorno fosse!
Il calendario scorre inesorabile e non riesco a tener dietro ai numeri.


martedì 23 aprile 2013

Frase..... celebre?

 

Non voglio raggiungere l'immortalità con il mio lavoro. Voglio arrivarci non morendo.
Woody Allen

L'attesa del nulla...

Questa sospensione di vita operativa sia mia sia di tanta gente, e della società tutta, mi sta snervando.
Non so come agire.
Il fatto che anche altre persone siano in difficoltà, che non abbiano lavoro, che non ci siano certezze nè programmi a breve, mi disorienta.
Ci sono momenti in cui sono ipercreativa e altri in cui mi "racconto" che non serve a nulla tutto ciò che faccio.
Ieri ho incontrato un mio vecchio compagno di lavoro e ci siamo raccontati un pò di avventure/disavventure avvenute in questi dieci/dodici anni in cui non ci vedevamo, poi i saluti. Al ritorno a casa mi sono sentita proprio inutile e priva di valore: un treno fermo in un binario morto.
E gli spettacoli "governativi" non mi danno certo spinte emotive nè di incoraggiamento.


mercoledì 17 aprile 2013

A proposito di paure....

Iniziare un nuovo cammino spaventa. Ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi.

(R.Benigni)

martedì 16 aprile 2013

Paure


Le mie paure sono molteplici.
In realtà non sono una vera paurosa, nel senso che non sono una che si spaventa per avvenimenti particolari e se c'è necessità di intervenire sono la prima a reagire, ma ci sono paure più sottili quelle che proprio nel mondo dei depressi si fanno largo.
Le mie paure vengono da lontano, da quando ero bambina e non sono mai svanite, anzi, a volte e a seconda delle occasioni si moltiplicano con le fantasie dell'ignoranza.
Non sapere è sempre una brutta cosa, ma a volte preferisco non sapere per non conoscere il peggio, per non rischiare ancora di più, per non espormi ancora di più.
Piccole e grandi cose che modificano la vita e che, pertanto, spesso tagliano fuori.
Adesso non voglio affrontare veramente il "problema" e cioè elencare o denunciare le mie paure, non avrebbe senso. Io le so, farle sapere ad un pubblico anonimo non mi cambierebbe lo stato patologico del mio psicodramma e quindi rimarranno nel forziere.
Ma l'argomento è indicativo per capire la mia personalità, per fifoneria che mi caratterizza. Sarei capace di non passare più da una strada se ci fosse una persona che vi abita e che mi da preoccupazione.
Poi ci sono anche altri problemi dai quali mi sento condizionata: mancanza di concentrazione, una qualche forma di dislessia che non aiuta. Così la macchina da cucire che avevo comprato in un'occasione favorevole ad agosto scorso, non è ancora pronta per l'uso perchè non ho cominciato neppure a leggere le istruzione per montare i pezzettini di corredo.
Lavorando ad uncinetto mi sto inventando delle scarpine da neonato perchè le istruzioni che trovo in giro mi confondono e quindi vado avanti come una cieca o come bendata... Spesso devo ricominciare il lavoro. Mi sento "scema" eppure fino a non molto tempo fa ero considerata una persona anche molto intelligente.
Il molto non è una autoelezione, era veramente un "complimento" che in genere mi veniva fatto. Un'amica che non vedo da molto tempo diceva di me ad altre persone, che io ero la "ragazza" più intelligente che lei conoscesse....
E' tutto dire adesso.

Evviva l'ignoranza e le mie paure!
Non so l'inglese e sono sempre stata negata per le lingue ed ogni volta che devo leggere istruzioni, quasi sempre in inglese, tendo a tradurre con le basi del mio inglese scolastico e con un pò di intuito nel contesto dove appare la frase. Oggi mi arriva una comunicazione in cui avevo necessità di capire il VERO esatto concetto e non un'approssimazione, pena eventuale errore marchiano. Allora ho cominciato a fremere perchè so che sul web è possibile tradurre ma io non l'ho mai fatto. E per me il "mai fatto" è come un tabù.
Fare una cosa che prima non ho affrontato mi crea molto imbarazzo.  All'inizio ho pensato di chiedere a Tizio o a Caio di dirmi dove devo guardare o cosa devo fare. Ci ho pensato un pò su perchè non mi piace dipendere dagli altri ma, nello stesso tempo, essere aiutata mi regala l'illusione che qualcuno si occupi di me, un piacere che non provo quasi mai.
Poi l'esigenza del sapere mi ha spinto ad osare e a cercare su Google. Voilà il gioco è fatto: troppo semplice rispetto al problema che mi ero posta. Il classico caso in cu ci si fascia la testa prima di rompersela.
Lo so ogni volta, o molto spesso, è così, ma le mie paure non cessano neppure con le piccole conquiste quotidiane.

lunedì 15 aprile 2013

Puntualmente.... di ritardo

Sono una persona precisa.... il che è tutto dire!
Sono perennemente contornata dal caos di carta, di fili, di immagini e gomitoli e chi più ne ha più ne può aggiungere che non basta mai. Sono sempre assorta e astratta nello stesso tempo, apparentemente svanita ma concentratissima che neppure ci si aspetta. Solo che le priorità per me sono diverse e spesso sono in contrasto con quelle che generalmente sono degli altri (credo), quelle di chi ha famiglia e che deve rispettare dei tempi e delle "forme". Io non ho quella realtà ma spesso devo rincorrere qualcosa che non è importante per me ma che ha una scadenza di cui devo tenere conto e, per forza, rispettarne i tempi.
Cose banali, ma non sempre. Due anni fa volevo iscrivermi all'albo per poter fare la scrutinatrice e mentalmente mi ero appuntata che fosse novembre il mese in cui dovevo andare a fare l'iscrizione. Vado di novembre e ovviamente ero in ritardo. Ciò doveva essere fatto entro il 31 ottobre, cioè entro novembre, ma novembre escluso!
Quest'anno, cioè alcuni mesi fa, come in un fotofinish, sono riuscita ad andarvi il 31 ottobre, ore 12! Ho fatto regolare richiesta che puntualmente non è stata accettata.
Che dire, sembre che io abbia proprio una specie di calamita alla rovescia per le cose istituzionali!
Altro esempio, sempre di natura poco importante. Entro il 20 di aprile posso fare richiesta di un regalo con i punti accumulati con la spesa fatta al supermercato. E' già un mese che lo so e per un motivo o per altro non ho ancora optato per ciò che mi ero prefissa.
Sabato scorso sono andata al supermercato con mio figlio e come mamma orgogliosa gli ho fatto vedere il regalo che volevo prendere e dare a lui.
A lui, ovviamente, frega un belnulla.
Io guardo il numero di codice del premio che devo dire alla cassiera al momento dell'acquisto, per prenotarlo. Quando arrivo alla cassa ... non mi ricordo più il numero...
????
Chiedo a mio figlio che mi guarda con sufficienza e mi dice: Che vuoi che ne sappia io!?L'hai guardato te!
Vado di corsa a RIleggere il catalogo mentre mio figlio continua a fare la fila e vedo il numero. Ah! 41. Glielo dico anche a lui, così nel caso in cui l'Alzheimer mi prende di contropiede se lo può ricordare lui.
Arriviamo alla cassa e mio figlio si va avanti come "attivista" della spesa e allora gli allungo la mia tesserina per accumulare i beneamati punti (e anche per usufruire gli sconti della fidelity card) perchè la mostri alla cassiera. Dopo mi disinteresso del tutto concentrata nella distribuzione dei pesi e dei volumi della merce acquistata.
Naturalmente non c'è bisogno di scrivere che mi sono dimenticata di ordinare il premio e che mio figlio non mi ha ricordato un bel niente.
Stamani rapida visita al supermercato, ma questa volta ricordo tutto!
Alla cassa chiedo alla signorina di prenotarmi il regalo. Lei mi guarda, sorride e dice che le devo dare un'altra tessera perchè quella che le sto porgendo è la fidelity card di un altro supermercato (concorrenza!!!!). Rapido flash... La mia tessera è rimasta a mio figlio che se l'è portata via e fino alla settimana prossima non rientra ... cioè dopo il 20 aprile, termine ultimo per la prenotazione.
Ma dico io, ma come riesco sempre a complicarmi la vita per non riuscire in tutto quello che vorrei fare?




domenica 14 aprile 2013

Aumentano...

... Le persone che non mi cercano e non mi parlano....
Un pò merito mio, un pò non so.
Ci sono alcuni che non sopporto più perchè sono sempre troppo preoccupati da se stessi e pretendono solo che tu stia ad ascoltare e soddisfare le loro necessità. Mi serve questo, ho bisogno di ques'altro, mi aiuti..., cosa ne pensi...
Altri che manifestano chiaramente l' incapacità a... sopportarmi: troppo impegnativa.
Altri, ovviamente non so.
Per i primi sono proprio io ad allontanarli o ad allontanarMI perchè sono semplicemente disgustata nell'accorgermi che di me non si interessano affatto e che se avessi dei problemi o dei dubbi da risolvere, mi potrei comodamente accomodare al mio pensatoio personale perchè non ci sarà nessuno a condividere qualche riflessione. Ma cos'è questo scambio a senso unico? Non si può chiamare scambio!
Va bene, non è detto che sempre ci sia condivisione: una volta si parla di te e un'altra ancora di te?

Così pare che sia la vita. la mia per lo meno.
Va bene, parlerò, penserò da sola. Del resto cosa ho fatto fino ad adesso?

sabato 13 aprile 2013

Vignetta


Che dire? Forse un pò tutti vogliamo essere un pò protagonisti, magari nascosti ma protagonisti.... ;-)
 

martedì 9 aprile 2013

Codice scarlatto

Inutile parlare di corda in casa di impiccato.... in genere si dice così quando il "male" è comune.
Però, nonostante la mia situazione, credo che non ho quasi mai cavalcato il problema su queste pagine (post).
Il lavoro che non c'è, il mio.
Ormai è quasi un anno e mezzo che non lavoro, cioè che non lavoro con una struttura che a fine mese dovrebbe darmi un compenso per l'attività svolta/dedicata. Per circa un anno ho ricevuto l'indennizzo di disoccupazione, o come cavolo si chiama, che era una miseria ( a dicembre quando si prende normalmente una tredicesima e si affrontano spese di vario tipo, ho preso circa 350 euro!!! ed era l'ultimo mese sponsorrizzato dall'INPS), poi il buio....
Già nel periodo in cui lavoravo mi era toccata la "fortuna" di essere fra amici che avevano deciso di non pagarmi. Momenti difficili per tutti, ma ovviamente per loro dopo che per me, nel senso che prima mangiavano loro e poi se avanzava.... Mi davano 50 euro settimana di "acconto". Quando mi sono incazz*** e ho detto loro che non si trattava di un acconto ma di un "posticipo" mi hanno guardato come se fossi un'aliena. Veramente mi sono arrampicata sugli specchi, poi una volta fuoriuscita da quella situazione ho cercato di organizzarmi. Ho provato ad inventarmi un lavoro con le poche cose che so fare e per dir la verità un minimo di interesse l'ho suscitato solo che nel frattempo ci siamo immiseriti tutti e nessuno compra più  nulla.
La mia invenzione è semplicemente la stessa attività che faceva mia madre ma sicuramnete con meno maestria di quanta lei aveva. Comunque lavorare a maglia, con l'uncinetto pare che non sappiano farlo tutti o non tutti hanno la pazienza, il tempo, la voglia....
Poi nella mia condizione sempre di bisogni impellenti mi sono accorta anche che era possibile riciclare lana e cotone da vecchio vestiario abbandonato nell'armadio e che non interessava più e che per vari motivi d'affezione lasciavo lì. Come in un recupero della memoria e dei tempi rappresentati da quelle cose ho usato quel materiale per "creare" nuove cose, ed anche lì ho avuto la soddisfazione di avee dei consensi.... ma pochi soldi.
E adesso la situazione è diventata da "codice rosso fosforescente" non ci sono opzioni, non ci si può inventare più nulla perchè non c'è mercato.
Ed io faccio fatica a chiedere.
Mio figlio mi aiuta, per quel che può. Vive e lavora fuori da questa città. Quando lo vedo gli mollo qualche bolletta e non si tira mai indietro, ma io mi sento un verme. Una madre dovrebbe dare e non chiedere. E poi anche lui deve farsi una vita, una casa, una famiglia e il suo lavoro non è ben pagato. Insomma storie di tutti i giorni sui quotidiani e telegiornali....
Assistenti sociali e Caritas.... non so neppure come si fa veramente....e rimando rimando.
E capisco sempre più come possano accadere certe tragedie.
Per il momento mi sento forte sotto l'aspetto della tragedia, ma sinceramente non so come risolvere i problemi e mi sento impotente e inutile.

Un'ultima cosa. Quando sei in miseria (senza nobiltà) quelli che conosci ti evitano come la peste e solo quelli che NON  sanno bene i contorni delle tue faccende ti trattano da persona dignitosa. Appena si viene a sapere che hai necessità e quindi potresti essere un potenziale "chiedente", si sciolgono anche quei pochi contatti. E poi ci si meraviglia se non si chiede, se non ci si esprime?
Per il motivo che ho appena descritto sopra a proposito del riciclo, ho chiesto ad alcuni conoscenti di non buttare via le maglie che non indossano più ma di darle a me che le avrei recuperate e lavorate. In alcuni casi ho fatto delle creazioni che ho ancora nell'armadio o anche offerte alla chiesa per le madri che non hanno la possibilità di fare il corredino. Bè non ci sono neppur più maglie o gomitoli abbandonati nell'armadio da quando li ho chiesti. prima abbondavano. Non so perchè ma evidentemente c'è qualcosa di sbagliato sulla richiesta nel moemnto di bisogno e difficoltà.
Ad una "amica" che incontro una volta ogni due o tre anni per caso (eravamo amichissime quando entrambe fidanzate, uscivamo la domenica assieme ecc.) gli ho mandato un biglietto chiedendole di vederci, per recuperare il tempo perduto non frequentandoci, davanti ad un caffè.... sono passati due anni, da quella mia comunicazione, mi ha mandato qualche sms dicendo che non si era dimenticata che presto mi avrebbe chiamata.....ma credo che quando le dissi che ero disoccupata e sola, abbia temuto che le chiedessi qualcosa di più.
Questa è la verità. La gente non vuole saperlo.



lunedì 8 aprile 2013

Sogni e lavori in corso...

Mi capita sempre più spesso di "creare" poco prima del risveglio. Mi spiego meglio.
La mattina prima del vero risveglio, cioè prima di quando si apre gli occhi e si decide di alzarci dal letto, a me capita di sognare vividamente in ogni dettaglio lavori manuali hobbistici con i quali sto cimentandomi (in mancanza di un lavoro reale) e, sempre mentre sogno mi dico: "Devo ricordarmelo quando sono sveglia e magari scrivere e prendere appunti perchè questi progetti cominciano ad essere troppi!"....
Ed è davvero così, sono tanti!!!!
Solo che appena mi alzo, vado in bagno, poi faccio il caffè, controllo le cose del gatto: lettiera, ciotola dell'acqua, croccantini, accendo la tv per il solito telegiornale, accendo il computer.... e puf non ci penso più agli appunti!
La sera appena entro nel letto mi metto a leggere, a far parole crociate e nonostante l'impegno "mentale" ricominciano a prendere forma i progetti che da qualche parte ho abbandonato... solo un pò qua e là. E comincio a sentirmi in colpa e vorrei alzarmi per fare qualcosa, ma in genere (questo succede dopo mezzanotte) non me la sento proprio di agitarmi per queste cose e rimando.
A volte mi sono alzata perchè il sonno non veniva per il rimorso del progetto e la smania della realizzazione, ma poi la notte mi fa sentire un pò fantasma, un pò derelitta, come se fossi una maniaca e allaora preferisco la strada del materasso e....
Domani è un altro giorno!
E ci saranno altri progetti in più.
(che sia la stanza da letto o il materasso che mi influenzano?) :-|


mercoledì 3 aprile 2013

Distrazione a go-go....

Per chi mi segue da un pò lo sa che sono un pò svagolata, distratta e mai completamente presente al presente. Divago, creo e penso anche ad altro mentre faccio le stesse cose di sempre.
Ora, come tutti i giorni, sto preparando la pappa al gatto che consiste in un pesciolino congelato, rianimato e lessato, salato e voilà sul piattino. Lui non può mangiare i preparati commerciali che gli creano problemi non indifferenti. Ci sono anche cibi specifici che costano tantissimo ma che inoltre hanno l'handicap di non variare mai, sempre il solito gusto! Così il gatto "fortunato" c'ha la tata che gli prepara il pesce....
detto fatto. Acqua nella pentola, pesce nell'acqua, un pò di sale e accendo il fuoco. Tutto qua.
Dopo un pò mi giro e dò un'occhiata alla pentola (perchè a volte penso di avere acceso ed invece non l'ho fatto!) e così mi accorgo che la fiamma è accesa, sì!, ma sotto la caffettiera che stamani ho consumato per colazione!!!!
Se non sono da badante adesso......